Ieri sono andata a visitare la mostra di Steve Mc Curry, fotografo testimone di guerre e tragedie, dall'occhio asciutto e dalla dialettica senza fronzoli.
La mostra si divide in due sezioni, la prima dove i ritratti sono posizionati in dei corridoi fatti con tessuto trasparente, e questi occhi puntati, questi sguardi accusatori sembrano rimproverarti, tutta la loro sofferenza, che traspare appena dietro fierezza e dignità, mi hanno fatta sentire in colpa per vivere la mia tranquilla vita mentre il resto del mondo subisce torti e atrocità.
Atrocità che troviamo poi documentate nella seconda sala, con foto di guerra, protagonisti spesso gli animali, spesso corpi mutilati e morenti, anche alcune foto del world trade center quell'11 settembre,
Una mostra da vedere, pronti a ricevere un pugno nello stomaco.
Solo un appunto all'allestimento, buone l'idea dei pannelli trasparenti ma i corridoi erano troppo stretti e con un pò di pubblico presente era difficile osservare bene le foto.
http://www.stevemccurrygenova.it/index.php




Steve McCurry, uno dei più grandi
fotografi odierni, ha vinto molti dei più prestigiosi premi per la
fotografia. Conosciuto maggiormente per l’uso evocativo che fa del
colore, McCurry, seguendo la più fine tradizione documentarista, cattura
l'essenza dell’animo umano. Dopo il lavoro per un quotidiano durato due anni, partì per
l’India per iniziare come freelance. E’ in India che McCurry imparò ad
aspettare e guardare alla vita. Attraversando il confine del Pakistan
per arrivare nell’Afghanistan controllato dai ribelli appena prima
dell'invasione russa i porta le immagini che sono state pubblicate in tutto mondo facendo di lui il primo a mostrare il
conflitto che si stava combattendo in quelle terre. Per questa impresa
ha vinto la Robert Capa Golden Medal per il migliore reportage
fotografico dall'estero
È il vincitore di numerosi premi, compreso il Magazine Photographer
dell'anno, ricevuto dall'associazione nazionale dei fotografi per la
stampa. Steve McCurry ha coperto molte zone di
conflitto internazionale e civile, compreso Beirut, la Cambogia, le
Filippine, la Guerra di Golfo, la Iugoslavia, l’Afghanistan e il Tibet. Il lavoro di McCurry è stato pubblicato in ogni principale
giornale nel mondo e frequentemente compare nel National Geographic
Magazine con gli articoli recenti sul Tibet, sull'Afghanistan,
sull’Iraq, sullo Yemen e sul tempio di Angkor Wat, Cambogia.
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